“Il monitoraggio della situazione legata all’utilizzo del poligono tiro foce Reno, in località Borsetti in provincia di Ravenna, è necessario per individuare un nuovo accordo che consenta maggiore flessibilità alle attività dei pescatori di Porto Garibaldi, già provati dalla forte crisi che sta investendo il settore”. Lo afferma il consigliere regionale Pd Marco Fabbri che con una interrogazione chiede alla Giunta di promuovere una interlocuzione tra Regione, Comando Regione Esercito di Bologna, Comando della Guardia Costiera di Ravenna, Amministrazioni locali e comparto dei pescatori.
“Da sempre tale poligono che dal 1975 svolge attività di addestramento dell’Esercito e di altri corpi armati dello Stato – spiega Fabbri – limita fortemente le attività della pesca: precludere la navigazione nel tratto di mare antistante la costa genera indubbie limitazioni alla economia ittica dei lidi ravennati e comacchiesi, specialmente in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo a causa del Covid”.
“Fino al 2013 – specifica il consigliere dem nell’atto ispettivo – i pescatori erano obbligati ad aggirare le zone di mare antistanti il poligono, costretti a lunghi tragitti con consumi di carburante tali da rendere quasi antieconomica l’attività di pesca professionale. Da lì in poi la Regione aveva concluso un accordo grazie al quale era stato possibile per il Comitato Misto Paritetico dell’Emilia-Romagna adottare un’importante delibera relativa alla parziale riduzione dei divieti di navigazione vigenti”. Da tempo le marinerie della pesca locale chiedevano di attraversare il settore immediatamente a sud di Porto Garibaldi, oltre a modificare le giornate di interdizione per potersi avvicinare ulteriormente alla costa. “Dal momento che tale accordo prevedeva monitoraggi periodici – osserva il consigliere ferrarese – a distanza di ormai 8 anni la marineria di Porto Garibaldi chiede una revisione di tale situazione, anche per valutare l’effettivo utilizzo del poligono da parte dell’Esercito; si consideri anche – aggiunge Fabbri – che oggi è in corso di istituzione “Adriatico settentrionale Emilia-Romagna”, un nuovo sito di importanza comunitaria volto a tutelare le eccellenze naturalistiche che caratterizzano questo tratto di mare, ecco perché sarebbe opportuno rivedere la situazione nel suo insieme”.